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MARIE-LOUISE VON FRANZ
LE FIABE DEL LIETO FINE
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MARIE-LOUISE VON FRANZ LE FIABE DEL LIETO FINE Psicologia delle storie di redenzione Prefazione di Isabella Bossi Fedrigotti Traduzione di Donatella Besana TEA - Tascabili degli Editori Associati S.p.A. Via Monte di Pietà 1/A - 20121 Milano © 1980 by Marie-Louise von Franz © 1986 RED / Studio Redazionale, Como Edizione su licenza della RED / Studio Redazionale Titolo originale The Psyckological Meaning of Redemption Motifs in Fairytales Prima edizione TEADUE gennaio 1996 Ristampe: 123456789 1996 1997 1998 1999 2000
Prefazione di Isabella Bossi Fedrigotti
Sono riunite in questo libro sette lezioni della psicoanalista junghiana Marie-Louise von Franz; sette conferenze tenute all'Istituto Carl Gustav Jung più di trentanni fa e che tuttavia mantengono intatta la loro novità e anche, oserei dire, la loro freschezza. L'autrice tenta qui di spiegare il significato di redenzione presente in quasi tutte le fiabe del mondo, in luoghi diversi e tempi diversi, con trame e svolgimento spesso opposti. Scopriamo così che racconti per bambini, piccole storie che parevano inventate da nonne e mamme, esili parabole adatte a incantare i figli e rabbonirli nell'ora prima del sonno, sono in realtà sapienze antiche nelle quali si specchiano i tormenti dell'uomo e che narrano le storie della nostra vita e della nostra morte. Grimm, Andersen e gli altri autori di fiabe, raccogliendo quello che forse anche a loro pareva soltanto stratificata cultura popolare, frutto dell'immaginazione dell'innocente uomo non ancora smaliziato dal progresso, hanno in realtà scritto un vangelo universale, valido per tutte le realtà, non solo per quella degli antichi padri ingenui. E se è una psicoanalista che le legge e le rivisita, è come se si accendesse una luce che permette di vedere i chiari e gli scuri, illuminando gli angoli passati fino a quel momento inosservati, le trasparenze, le linee curve e quelle diritte. Lettere morte diventano vive, le fiabe si animano, gli animali gettano la loro maschera mostrando ciò che sono in realtà: volti umani deformati dai complessi, dall'infelicità, dai travestimenti che nascondono i veri tratti. I re, le regine, i principi e le principesse abbandonano la loro fissità di fantocci automatici, lasciano cadere le
vesti sontuose, i mitici regni, i castelli incantati e a loro volta diventano donne e uomini veri. Di volta in volta la psicoanalista ci aiuta a riconoscere in loro il padre e la madre, il fratello e la sorella, una figura insomma che ha segnato la nostra esistenza; ci insegna anche a sollevare il velo che cela i loro volti, a soffiare sulla nebbia che li avvolge per far subito apparire il complesso e segreto meccanismo che determina le nostre azioni. Incantesimi, sortilegi, maledizioni di streghe, maghi e stregoni perdono la loro drammaticità che da bambini ci teneva svegli per ore nel letto; ne acquistano però un'altra, meno effimera, meno appariscente ma altrettanto crudele. Sono in realtà le malattie della nostra anima, i lacci che la costringono all'infelicità, le cantine buie in cui si dibatte lo spirito e dalle quali non sa uscire se non c'è qualcuno che getta le briciole di pane per indicargli il cammino. E i draghi da uccidere, le sette camicie da filare, le infinite strade da percorrere, i fuochi da ingoiare, i mari da attraversare, le pietre rare da trovare non sono altro che le prove della vita, vere o immaginarie, che arrestano lo scorrere dell'esistenza, che increspano la superficie dei giorni. La psicoanalista che legge le favole aiuta ad appianare le rughe lasciate dal combattimento quotidiano, insegna a raddrizzare gli arti che gli inverni dell'anima hanno irrigidito, mostra come sbarazzarsi della polvere accumulata negli anni bui dell'incertezza. Ci eravamo lasciati incantare dai misteriosi elfi che la n