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Leon Battista Alberti AUTOBIOGRAFIA E ALTRE OPERE LATINE a cura di Loredana Chines e Andrea Severi
C L A S S I C I
N U O VA EDIZIONE CLASSICI I TA L I A N I
Leon Battista Alberti
AUTOBIOGRAFIA e altre opere latine A cura di Loredana Chines e Andrea Severi
Testo latino a fronte
CLASSICI
Proprietà letteraria riservata © 2012 RCS Libri S.p.A., Milano ISBN 978-88-58-2550-7 Prima edizione digitale 2012 da edizione BUR Classici maggio 2012 Per conoscere il mondo BUR visita il sito www.bur.rcslibri.eu
INTRODUZIONE
Da tempo il panorama critico ha posto l’attenzione sul fascino e sulla complessità del «camaleonte»1 Leon Battista Alberti, la cui produzione latina, a cominciare dalle Intercenales, mostra i tratti di un volto umbratile, attuale nella cifra dell’inquietudine, che costituisce il controcanto – armonico proprio nella dissonanza – dell’unico homo universalis quattrocentesco accanto a Leonardo.2 L’ultimo trentennio ha visto infatti un proliferare di contributi scientifici e di prospettive critiche che hanno definito con sempre maggiore ricchezza l’ampia rilevanza e il grande apporto di modernità e originalità dell’umanista, mostrando come non sia possibile scindere l’Alberti architetto e teorico dell’arte dall’Alberti scrittore, l’Alberti volgare dall’Alberti latino. Le celebrazioni del sesto centenario della nascita (2004) hanno poi dato nuovo impulso a interessi e studi albertiani, fornendo, in questi anni, preziose e innovative chiavi di lettura per comprendere a pieno la cifra moderna e peculiare dell’umanesimo albertiano.3 1 La definizione è dell’umanista Cristoforo Landino «Tornami alla mente lo stilo di Battista Alberto, el quale come nuovo camaleonta sempre quello colore piglia el quale è nella cosa della quale scrive», cfr. Proemio al commento dantesco, in C. Landino, Scritti critici e teorici, a cura di R. Cardini, Bulzoni, Roma, 1974, I, p. 120. 2 Cfr. Garin, Studi albertiani; Garin, Il pensiero di Leon Battista Alberti; Cardini, Alberti o della nascita dell’umorismo moderno. 3 L’anniversario albertiano è stato occasione per mostre di straor-
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INTRODUZIONE
Alberti è infatti il grande rifondatore, su base umanistica, della lingua volgare, avendo operato sotto diverse spoglie: quella del promotore culturale (è ben noto l’impegno da lui profuso nell’organizzazione del Certamen coronario del 1441), del teorico della lingua (è lì a testimoniarlo la grammatichetta vaticana, che si conserva nel codice Vat. Reg. Lat. 1370) e dello scrittore che si cimenta direttamente nella stesura del primo grande trattato in lingua volgare (i libri De familia), oltre che in componimenti erotici dove fonde il modello espressionistico dantesco con quello elegiaco latino, in particolare di Properzio. In questa linea solare e costruttiva che piaceva a Burckhardt, lettore attento dell’Autobiografia albertiana, si collocano le espressioni dell’homo faber, dell’architetto, del teorico dell’architettura (nel De re aedificatoria), della pittura e della scultura (De pictura e De statua). Ma ogni luce ha la propria ombra, come dice Alberti stesso sul finale del II libro del suo De pictura,4 e su questa linea umbratile e chiaroscurale, straordinariamente vicina alla nostra sensibilità di moderni, si colloca la voce albertiana di umorista graffiante e irriverente, impietoso osservatore delle miserie umane (in particolare nei capolavori latini costituiti dalle Intercenales, dagli Apologi centum e dal romanzo satirico Momus), che anticipa quel corrosivo gusto lucianeo5 che arriverà fino al Leopardi delle Operette morali, insaporito dai sales dei comici e dei satirici e dal riso filosofico e beffardo di Democrito, da preferire al pianto di Eraclito. dinaria rilevanza, convegni internazionali (e relativi atti pubblicati) e soprattutto prestigiose edizioni critiche dei testi, n