E-Book Overview
Publisher: Kaos. 2006. - 255 pages ISBN: 8879531646 Lang: Italian
Il libro, giunto alla terza edizione aggiornata, racconta la carriera di "Lucianone" Moggi, da ferroviere nullatenente a padrone miliardario del Calcio italiano. Autunno 1979: consigliere della Roma, viene sorpreso a cena con una terna arbitrale. Primavera 1980: tenta la scalata alla Lazio dello scandalo calcio-scommesse. Primavera 1982: manovra e pasticcia nel Torino calcio. Estate 1987: passa al Napoli di Maradona, e sotto il Vesuvio è un turbine di scandali contornati da camorristi e cocaina. Primavera 1991, nel Torino di Borsano: signore-squillo per gli arbitri, giocatori-fantasma, fondi neri, e lo scandalo Lentini. Estate 1993: di nuovo alla Roma, fra veleni e sospetti, da despota del calciomercato (intanto il figlio ventenne diventa procuratore di calciatori). Primavera 1994: viene ingaggiato dalla Juventus, e la Vecchia Signora precipita in un gorgo di intrighi, sospetti e polemiche. Primavera 2006: è il mattatore dello scandalo-terremoto delle intercettazione telefoniche, inquisito per associazione a delinquere e frode sportiva.
E-Book Content
MOGGI STORY/1 – SCRITTO DA TRAVAGLIO E TRE CRONISTI SPORTIVI, PUBBLICATO NEL 1998, “LUCKY LUCIANO – INTRIGHI, MANEGGI E SCANDALI DEL PADRONE DEL CALCIO ITALIANO”, NON HA AVUTO IL BENE DI UNA SOLA RECENSIONE – A PUNTATE SU DAGO, UN LIBROKAOS… “Lucky Luciano – Intrighi, maneggi e scandali del padrone del calcio italiano Luciano Moggi”, Ala Sinistra e Mezzala Destra, Kaos Edizioni (Un libro scritto in joint-venture da tre giornalisti sportivi, che hanno preferito l’anonimato, e da Marco Travaglio) «Dopo i quarant’anni, ciascuno è responsabile della faccia che ha» Fedor Dostoevskij PREMESSA Luciano Moggi e un libro sono come il diavolo e l'acqua santa. Perché allora questa biografia? Perché Moggi è il padrone del calcio italiano. E la sua faccia, i suoi occhiali scuri, il suo sigarone fra i denti, i suoi quattro telefonini trillanti, la sua voce roca e cantilenosa, il suo accento senese-ciociaro-napoletano, il suo italiano approssimativo, i suoi gusti ruspanti, insieme al suo potere smisurato, sono diventati il simbolo di uno sport sempre più ricco, scandaloso e processato. Se sia Moggi a attirare gli scandali o gli scandali a attirare Moggi, è questione controversa e irrisolta: sta di fatto che dove c'è lui ci sono loro. Va alla Lazio, e la Lazio vive due delle sue stagioni più buie, fra calcio-scommesse e serie B.
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Va al Napoli, e il Napoli passa da uno scandalo all'altro (lo scudetto sgraffignato per una monetina, quello regalato al Milan con contorno di camorra e toto-scommesse, e poi Maradona in mezzo a cocaina e camorristi). Trasloca al Torino, e anche li è tutto un intrico di fondi neri, frodi fiscali, giocatori finti, contratti fasulli, fatture false, sexyhostess per arbitri. Approda infine alla Juve, e la Signora del calcio italiano finisce sul marciapiede in un vortice di sospetti, polemiche e inchieste giudiziarie come mai prima. Spesso, anche grazie alla sua indubbia scaltrezza, Moggi ha cambiato aria un attimo prima che le cose si mettessero male. Qualche volta è stato solo sfiorato o se l'è cavata per il rotto della cuffia. Altre volte è finito anche lui nei guai insieme ai suoi presidenti e ai suoi giocatori, collezionando un buon numero di inchieste, sportive e soprattutto giudiziarie, e rimediando un discreto pacchetto di rinvii a giudizio e condanne. Presso il Casellario giudiziario di Siena (Moggi è nato da quelle parti, a Monticiano) ci sono già tre sentenze definitive a suo carico, che fanno di lui un pregiudicato a tutti gli effetti. Ma limitarsi a queste quisquilie sarebbe fare un grave torto a colui che di fatto è il despota del calcio italiano. Un boss tanto potente quanto temuto e chiacchierato, partito nullatenente e arrivato multimiliardario. I