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Jeffery Deaver
La strada delle croci Traduzione dì Viola Alberti Proprietà letteraria riservata © 2009 by Jeffery Deaver © 2009 RCS Libri S.p.A., Milano ISBN 978-88-17-03681-8 Titolo originale dell’opera: ROADSIDE CROSSES Prima edizione: novembre 2009 Realizzazione editoriale a cura dello studio MacchiaUmana
Nota dell’autore
Uno dei temi trattati in questo romanzo è il confine incerto fra l'«universo sintetico» - la vita online - e quello reale. Nelle pagine seguenti sono citati alcuni indirizzi web; potrebbe venirvi voglia di consultarli in Rete. Per apprezzare il romanzo non avete bisogno di visitarli, ma se lo farete potreste trovarvi qualche indizio in più per risolvere il mistero. O semplicemente qualche notizia interessante, o inquietante.
Jeffrey Deaver
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La Strada delle croci
Internet e il suo culto dell’anonimato forniscono una sorta di immunità a chi vuole parlare degli altri: in questo senso è difficile trovare un’accezione più moralmente distorta del concetto di libertà di parola. Richard Bernstein sul «New York Times»
Jeffrey Deaver
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La Strada delle croci
LUNEDI
Capitolo 1
Qualcosa non quadrava. L’agente della California Highway Patrol, un giovane con i capelli biondi e ispidi che spuntavano da sotto il cappello d’ordinanza, percorreva la Highway 1 in direzione sud all’altezza di Monterey a bordo della sua Ford Crown Victoria. A destra dune di sabbia, a sinistra un groviglio di negozi fatiscenti. Ma qualcosa non quadrava. Che cosa? Erano le cinque di pomeriggio e aveva appena finito il suo turno, tuttavia l’agente continuava a tenere d’occhio la strada. Quella zona non era di sua competenza ma dei colleghi del Monterey County Sheriff s Office, però passandoci tutti i giorni per tornare a casa non si tirava certo indietro se c’era da multare qualche bolide di fabbricazione italiana o tedesca. Quella strada la conosceva come le sue tasche e... qualcosa non quadrava. A trecento metri una macchia di colore sul ciglio della strada, ai piedi di una delle dune di sabbia che impedivano la vista sulla baia di Monterey. Cos’era? Accese i lampeggianti, come da regolamento, e accostò sulla destra. Poi parcheggiò la sua Ford con il muso in direzione del traffico per evitare, in caso di incidente, di essere travolto. Scese dall’auto e andò a guardare. Dietro il guardrail c’era una croce piantata nella sabbia, in memoria di un incidente mortale. Era alta poco meno di mezzo metro, fatta con due rami spezzati, tenuti insieme da un filo di ferro, di quelli usati dai fioristi. Ai suoi piedi era posato un mazzo di rose rosse. Al centro della croce, su un cartoncino rotondo, era indicata a penna blu la data dell’incidente. Non Jeffrey Deaver
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La Strada delle croci
c’erano nomi né sul fronte né sul retro. Improvvisare quel genere di altarini lungo la Highway era sconsigliato e assai pericoloso: era già capitato che qualcuno venisse travolto e morisse mentre piantava una croce o lasciava fiori e peluche sul ciglio della strada. In genere si trattava di oggetti di buon gusto, commoventi. Quella croce, invece, aveva un che di sinistro. Soprattutto, l’agente non ricordava che ci fossero stati incidenti in quel punto. Anzi, era uno dei tratti più sicuri di tutta la Highway 1, che invece diventava un vero e proprio percorso a ostacoli a sud di Carmel. E proprio a sud di Carmel, qualche settimana prima, era avvenuto un terribile incidente in cui due ragazze erano morte al ritorno da una festa. Qui, al contrario, l’autostrada era a tre corsie, un lungo rettilineo con poche curve morbide all’altezza del vecchio forte, adesso diventato un college, e del centro commerciale. L’agente pensò di rimuovere quella croce. Tuttavia chi l’aveva piantata sarebbe tornato a rimpiazzarla, correndo ancora il rischio di farsi investire. Meglio l