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Gianrico Carofiglio
Non esiste saggezza
© 2010 RCS Libri S.p.A., Milano ISBN 978-88-17-04070-9 Prima edizione: maggio 2010 Seconda edizione: maggio 2010 Terza edizione: maggio 2010
Indice Non esiste saggezza ____________________________ 3 Vigilie ______________________________________ 11 Intervista a Tex Willer ________________________ 14 Giulia ______________________________________ 26 Mona Lisa __________________________________ 30 Città _______________________________________ 35 Sommarie informazioni a Bogotá _______________ 38 Il maestro di bastone __________________________ 49 Il paradosso del poliziotto______________________ 65 La doppia vita di Natalia Blum _________________ 79
Non esiste saggezza
(aprile 2007), Letterature, 6° Festival Internazionale di Roma, Catalogo Silvana Editoriale 2007 Viaggio assurdo, mi dissi. Ero arrivato ad Amsterdam a mezzanotte passata. Il volo che doveva riportarmi in Italia partiva qualche ora dopo, la mattina presto. Non aveva senso prendere una stanza in albergo e quindi decisi di restare in aeroporto, senza nemmeno uscire dalla zona imbarchi. Ero in un gigantesco atrio pieno di negozi, tutti chiusi. Pochi viaggiatori sperduti come me, qua e là. Alcuni, in piccoli gruppi, chiacchieravano tra loro con l'aria un po' aliena che hanno le persone in situazioni sospese come quella. Qualcuno dormiva seduto, qualcuno disteso per terra o su più sedili; profondamente, come anch'io riuscivo a fare molti anni prima. Scelsi una fila di sedie completamente libera. In quella di fronte c'era solo una ragazza che leggeva. Prima di sedermi le diedi un'occhiata e mi parve che la sua faccia avesse qualcosa di familiare, come se l'avessi già vista o conosciuta. Mi sedetti, tirai fuori il mio libro, per qualche minuto tentai inutilmente di leggere, rinunciai e mi guardai di nuovo attorno. Cioè cominciai a guardare la ragazza seduta di fronte, e subito mi resi conto che era molto meno giovane di quanto mi fosse sembrata all'inizio. Doveva avere più o meno la mia età e, osservandola, l'impressione di averla già vista si attenuò fin quasi a dissolversi. Teneva il libro poggiato sulle gambe, leggeva un po' curva e mi sembrava che ogni tanto muovesse le labbra, come per imprimersi bene nella mente una frase. A un certo punto cambiò posizione, si tirò su, si appoggiò allo schienale, alzò il libro e io riconobbi la copertina. Tutta rossa con sopra solo una scritta bianca a caratteri grandi. Ebbi una vertigine. La sensazione di avere perso all'improvviso gli abituali appigli al reale. Parlai senza accorgermene. «Mia madre aveva quel libro. Lo leggeva quando ero piccolo.» Lei sollevò la testa, mi vide - fino a quel momento non si era nemmeno accorta di me - e rimase in silenzio. Indecisa su cosa dire o fare. Poi socchiuse il libro, tenendo il segno con un dito. Lo girò verso di me mostrandomi la copertina, come per dirmi: parla con me? Parla proprio di questo libro? Feci di sì con la testa. Parlavo proprio con lei e proprio di quel libro. «Conosce Anna Achmatova? Non è così frequente.» «Conosco quel libro perché ce l'aveva mia madre, tanti anni fa.» «La sua mamma è...»
«Avevo quattordici anni quando è morta. A quattordici anni uno dovrebbe aver accumulato un buon quantitativo di ricordi. Io invece no. Lei sulla sedia a dondolo con quel libro è una delle pochissime cose che mi rimangono nella memoria.» Lei si alzò e venne a sedersi quasi vicino a me, lasciando un sedile libero fra noi. «Vuole dare un'occhiata?» disse porgendomi il libro. Lo presi come si prende un oggetto delicato, che ti si potrebbe rompere o sbriciolare fra le mani. O potrebbe produrre altri effetti, che non sei pronto a controllare. «Chissà dove è finita la copia di mia madre» mormorai mentre giravo le pagine. Mi ero ricordato - era emersa dalle profondità sepolte del dolore di un bambino - una poesia che mamma leggeva ad