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Uno dei falsi miti del nostro tempo è lo scientismo, cioè l'illusione di poter conoscere la realtà nelle sue varie dimensioni servendosi esclusivamente della scienza moderna, e di risolvere ogni problema umano grazie ad essa e alle sue applicazioni tecniche. Sermonti critica questo pregiudizio con un discorso di grande interesse perché non proviene da un teologo o da un filosofo, ma da un addetto ai lavori, da uno scienziato coraggioso che attraverso una sorprendente autocritica è giunto a conclusioni felicemente libere dall'opprimente conformismo oggi dominante.
Nato a Roma nel 1925, si è laureato prima in agraria e poi in biologia, ed è considerato uno dei fondatori della genetica dei microrganismi di uso farmaceutico. Dal 1966 è professore di genetica presso l'università di Palermo. In un linguaggio volutamente accessibile ad ogni tipo di lettore, egli spiega come lo scientismo moderno si basi su due postulati: che la sola realtà sia quella misurabile e quantificabile, e che il progresso delle conoscenze scientifiche e della tecnologia liberi a poco a poco l'umanità dalle tenebre metafisiche avviandola verso un destino radioso. Di conseguenza esso non ha circoscritto la sua azione al campo specifico della ricerca scientifica, ma ha tentato di estendere la sua giurisdizione a tutta la realtà, dileggiando e combattendo quel che sfuggiva ai suoi strumenti. Ma i risultati che ha ottenuto non sono molto confortanti: se ha riempito il mondo di ogni tipo di macchine, ha impoverito la vita umana, degradandola al livello del puro soddisfacimento di bisogni fisiologici. Non solo: ma la sua pretesa di gettare come rifiuti e scorie gli elementi che non interessavano i procedimenti scientifici ha avuto la sua drammatica e logica manifestazione nell'inquinamento ambientale che rivela chiaramente la mancanza di riguardo, se non l'ostilità, dello scientismo per la natura e il naturale, e la sua predilezione esclusiva per l'artificio e l'artificiale. Soltanto sottoponendo a radicale critica lo scientismo moderno si potrà arrestare l'attuale «Progresso» verso il suicidio collettivo.
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&IUSEPPE SERMONTI
IL CREPUSCOLO DELLO SCIENTISMD Uno dei falsi miti del nostro tempo è lo scientismo, cioè l'illusione di poter co noscere la realtà nelle sue varie di mensioni servendosi esclusivamente della scienza moderna, e di risolvere ogni problema umano grazie ad essa e alle sue applicazioni tecniche. Sermon ti critica questo pregiudizio con un di scorso di grande interesse perché non proviene da un teologo o da un filoso fo, ma da un addetto ai lavori, da uno scienziato coraggioso che attraverso una sorprendente autocritica è giunto a conclusioni felicemente libere dal l'opprimente conformismo oggi domi nante. Nato a Roma nel 1925, si è lau reato prima in agraria e poi in biolo gia, ed è considerato uno dei fondato ri della genetica dei microrganismi di uso farmaceutico. Dal 1966 è rofes-
sore di genetica presso l'università di Palermo. In un linguaggio volutamente accessibile ad ogni tipo di lettore, egli spiega come lo scientismo moderno si basi su due postulati: che la sola real tà sia quella misurabile e quantificabi le, e che il progresso delle conoscen ze scientifiche e della tecnologia libe ri a poco a poco l'umanità dalle tene bre metafisiche avviandola verso un destino radioso. Di conseguenza esso non ha circoscritto la sua azione al campo specifico della ricerca scientifi ca, ma ha tentato di estendere la sua giurisdizione a tutta la realtà, dileg giando e combattendo quel che sfug giva ai suoi strumenti. Ma i risultati che ha ottenuto non sono molto con fortanti: se ha riempito il mondo di ogni tipo di macchine, ha impoverito la vita umana, degradandola al livello del puro soddisfacimento di bisogni fi siologici. Non solo: ma la sua pretesa di gettare come rifiuti e scorle gli ele ment