La Struttura Del De Anima Di Giamblico


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Studia graeco-arabica The Journal of the ERC Project Greek into Arabic Philosophical Concepts and Linguistic Bridges 2 _______ 2012 Published by Greek into Arabic (ERC Ideas Advanced Grant 249431) Advisors Mohammad Ali Amir Moezzi, École Pratique des Hautes Études, Paris Carmela Baffioni, Istituto Universitario Orientale, Napoli Sebastian Brock, Oriental Institute, Oxford Charles Burnett, The Warburg Institute, London Hans Daiber, Johann Wolfgang Goethe-Universität Frankfurt a. M. Cristina D’Ancona, Università di Pisa Thérèse-Anne Druart, The Catholic University of America, Washington Gerhard Endress, Ruhr-Universität Bochum Steven Harvey, Bar-Ilan University, Jerusalem Henri Hugonnard-Roche, École Pratique des Hautes Études, Paris Remke Kruk, Universiteit Leiden Concetta Luna, Scuola Normale Superiore, Pisa Alain-Philippe Segonds (†), Centre National de la Recherche Scientifique, Paris Richard C. Taylor, Marquette University, Milwaukee (WI) Staff Elisa Coda Cristina D’Ancona Cleophea Ferrari Gloria Giacomelli Cecilia Martini Bonadeo Web site: http://www.greekintoarabic.eu Service Provider: Università di Pisa, Area Serra - Servizi di Rete di Ateneo ISSN 2239-012X Online Edition: © Copyright 2012 by Greek into Arabic (ERC Ideas Advanced Grant 249431) All rights reserved. No part of this publication may be reproduced, translated, transmitted in any form or by any means, electronic, mechanical, photocopying, recording or otherwise, without prior written permission from the publisher. PRINTED IN ITALY La struttura del De Anima di Giamblico Lucrezia Iris Martone * Abstract Iamblichus’ philosophic positions are increasingly studied nowadays, after having been clouded by his religious claims in favour of ‘theurgy’. The De Anima proves to be crucial in order to evaluate his philosophy. However, this work is only fragmentarily recorded, in the order given by Stobaeus. This article advances a new tentative order of the fragments, different from Festugière’s one, that is endorsed in the 2002 edition by Finamore and Dillon. Ho avuto la fortuna e il privilegio di incontrare Alain-Philippe Segonds, qualche anno fa, nel suo studio a Parigi, dove mi accolse con la sua straordinaria umanità e la sua toccante umiltà. La passione per la ricerca, la generosità nel fornire i suoi geniali suggerimenti, la fiducia che riponeva nei giovani facevano di lui un vero maestro. Ci ha lasciato un dono inestimabile: il suo esempio. 1. La considerazione di Giamblico nella tarda antichità Giamblico gode di un’alta considerazione nella tarda antichità. Eunapio si sofferma sulle pratiche magiche e sulla speciale relazione che Giamblico aveva con gli dèi; la sua fama continuò a espandersi anche dopo la sua morte e, almeno in Oriente, oscurò persino quella di Plotino e Porfirio.1 Ma, come ha fatto notare Larsen, la reputazione che Giamblico ha nell’antichità rivela un interesse a lui rivolto come filosofo e come esegeta, piuttosto che come mago e teurgo.2 Giuliano ce ne fornisce la testimonianza: aveva studiato con zelo l’opera di tale “maestro veramente divino”, “il primo dopo Pitagora e Platone”; pertanto, con un’interessante distinzione, si dichiara pazzo di Giamblico in filosofia e del suo omonimo – ossia Giuliano il teurgo, autore degli Oracoli caldaici – in teosofia.3 Vorrei esprimere la mia gratitudine a Concetta Luna che ha riletto e migliorato questo articolo. Le fonti principali sulla vita di Giamblico sono la Suda e l’opera di Eunapio di Sardi (ca. 345-420), Vite dei filosofi e dei sofisti, anche se da entrambe emergono pochi dati certi. Cf. Suidae Lexicon, s.v. Ἰάμβλιχος, vol. II, p. 603.22-24 Adler; Eun., Vitae Soph., V, 1, p. 10.17-17.7 Giangrande. Sulla testimonianza di Eunapio, cf. R.J. Penella, Greek Philosophers and Sophists in the Fourth Century A.D. Studies in Eunapius of Sardis, Cairns, Leeds 1990, p