Maggio 2018 1 I miei sospetti erano fondati. Otto anni dopo la storia con lui ho trovato su internet delle immagini manipolate graficamente nelle quali compaio. Mi chiedo cosa c’è dietro. Nella prospettiva che ogni questione privata è questione politica, concedo allo sguardo altrui, dopo averlo temuto a morte, la mia esperienza. Ho il coraggio di farlo solo dietro un nome di penna. Sono impazzita, mi sono sentita isolata, in pericolo. Quello che ho vissuto capita a tanti, mancano però delle valide soluzioni. Altre vicende come la mia, più dure della mia, accadevano nel frattempo; molti hanno deciso di farla finita, posso capire perché. È cattiveria, non scherzo che si possa perdonare. Lui ha commesso un reato che non pagherà mai. Le foto che ho trovato nel 2009 non sono servite a niente. Questa è la mia versione dei fatti. Uno stile quasi telegrafico, povertà di lessico, qualche errore grammaticale, espressioni tipiche della lingua meridionale, incontrerete tutto questo durante la lettura. Spero mi perdonerete, non so scrivere meglio di così. Per qualcuno, compresi il mio ex e i suoi amici, ho usato nomi di fantasia. Per altri, delle sigle o il loro vero nome. Leraffall significa “dovevo farlo”, nel dialetto della mia zona. 2 Questo libro è in rete in free download, accessibile a tutti potrà girare più facilmente. È in copyleft, un po’ per principio e un po’ per questioni pratiche. Trovo impossibile rivendicare una proprietà intellettuale e tutelarla, nulla è pensato una sola volta e da una sola persona. Sono il risultato di anni di tempo e lavoro ma non potrei mai ingaggiare una trafila legale contro chi rubasse queste pagine e le firmasse come proprie. Confido nel principio che chiunque apprezzerà il mio scritto terrà a non dividerlo dal mio nome. Questo libro può essere quindi scaricato, stampato, diffuso come vi pare, e anche modificato. Qualsiasi cosa vogliate comunicarmi il mio indirizzo e-mail è:
[email protected] 3 4 NIENTE DA NASCONDERE vissuto e scritto da Leraffall 5 6 Agosto 1999, Bari – Con gli esami di maturità si chiude il mio ciclo di studi, devo cercare un lavoro. Una amica mi dice di una azienda. Un solo colloquio, lavoro due settimane in prova, mi assumono a tempo indeterminato. Lo stipendio è molto alto, pagano puntualmente, straordinari compresi, un caso raro nella zona. Si lavora otto ore, senza pause a ritmo sostenuto. Per il rumore delle macchine in azione non riusciamo a parlare tra noi, gesticoliamo. Durante il turno evitiamo di andare in bagno, fare telefonate, prendere un caffè perché le mansioni sono collegate e se qualcuno si assenta per pochi minuti i pezzi sul nastro si accumulano, provocando il blocco dell’impianto. Nel tempo perdo i contatti con i miei amici, quando io sono libera loro sono a lavoro e viceversa. Il tempo libero lo passo a dormire e ad ascoltare la radio in casa. Febbraio 2000 - Brutta notizia: l’azienda è in fallimento. Ci chiedono di continuare a lavorare, per chiudere le ultime consegne. Pagheranno tutto, come hanno sempre fatto, straordinari compresi, ma con ritardo. Il clima, a lavoro, si fa cupo. Sfoglio nella mente le situazioni e le persone che conosco, dove cercare un altro lavoro: non c’è molto. Sotto i rumori delle macchine penso che potrei iscrivermi all’università. In questi mesi ho guadagnato una bella somma, 7 potrei fare richiesta per la borsa di studio e lavorare le estati. Se non dovesse andare, pazienza. Lo comunico ai miei, non possono aiutarmi economicamente e questo li rattrista, litighiamo. Mi dicono che le cose valgono se le finisci, che non ha senso frequentare l’università senza laurearsi, ed è questo che si profila per me che nello studio ho sempr