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V.S. Naipaul MIGUEL STREET ɰ Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Milano Traduzione di Marcella Dallatorre Introduzione di Claudio Gorlier Copyright V. S. Naipaul, 1959 Titolo originale dell'opera: "Miguel Street" Copyright 1991 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano Prima edizione Oscar narrativa febbraio 1991 Su concessione Arnoldo Mondadori Editore Introduzione Terzo in ordine di pubblicazione tra le opere di V.S. Naipaul ma primo cronologicamente in quanto a stesura, "Miguel Street", uscito nel 1952 e premiato nel 1961 con il prestigioso Somerset Maugham Award, va considerato come uno dei libri più caratteristici e significativi dello scrittore, e sicuramente il più legato alla realtà concreta di Trinidad, il paese in cui Naipaul è nato, e che poi ricuserà in modo sempre più esplicito o addirittura risentito. In questa prospettiva una prima cifra di lettura deve tener conto di alcune osservazioni fondamentali. Intanto, si tratta di definirne il genere: secondo molti critici "Miguel Street" è una raccolta di racconti per i quali la collocazione di ambiente costituisce una sorta di percorso, di filo rosso. Poi, l'ambiente stesso appare singolarmente circoscritto, limitandosi a una strada -‐ quella che dà il titolo al libro -‐ dei sobborghi poveri di Port of Spain, la capitale di Trinidad, a cavallo della seconda guerra mondiale. Infine, se il linguaggio presenta il doppio livello così frequente nella narrativa di Naipaul, vale a dire l'inglese letterariamente corretto del personaggio che racconta e quello anomalo, fortemente dialettale di tutti gli altri personaggi, quest'ultimo (fatalmente impossibile da rendere in qualsiasi traduzione) possiede una valenza assai più sensibile e qualificante rispetto a tutti gli altri libri di Naipaul. In effetti, "Miguel Street" è senza dubbio un romanzo, con una struttura tutta particolare che ne fa soltanto in apparenza una successione di racconti. La sua sostanziale unità non dipende dalla presenza di alcuni personaggi chiave in molte sue parti, né dalla funzione del narratore interno, cui Naipaul ricorrerà marginalmente nel "Massaggio mistico" per abbandonarlo e poi riprenderlo nell'"Enigma dell'arrivo", ma soprattutto dall'architettura originale, basata sul ritmo a sequenze modellato sul calypso, espressione assolutamente tipica della cultura popolare di Trinidad. Non si esagera affermando che "Miguel Street" si pone nei termini di un calypso abilmente dilatato e scandito. Ora, il calypso, parola di incerta e discussa origine, rimanda a una matrice indiscutibilmente africana e dunque si iscrive nel patrimonio folclorico della popolazione nera di Trinidad, che ne costituisce la maggioranza e ne esprime, in linea di massima, la classe dirigente. Discendenti degli schiavi affrancati, i neri sfiorano il cinquanta per cento della popolazione totale di Trinidad, e l'eredità della cultura africana continua a incidere profondamente, ibridandosi talora con apporti inglesi, francesi, spagno